31/12/12

qualcuno che ti somiglia





ho conosciuto qualcuno che ti somiglia
non capisco se ne sono contenta attratta o se invece il terrore mi attanaglia
alto pantaloni troppo corti sopra la caviglia
sguardo lontano e battuta veloce
mi ricorda il tuo non essere mai lì con me
anche quando a fatica si ristabiliva la pace
ricordo che a quel tempo per piacerti avrei fatto qualsiasi cosa
sai anch’io mi sono scoperta capace di essere
brillante magnetica spiritosa
so divertire con un semplice aneddoto e inventare un finale a sorpresa
so parlare di me quel poco che basta per non annoiare
so cucinare piatti deliziosi e sono brava persino a parcheggiare
so suonare il pianoforte e creare dal nulla una canzone
so giocare a poker senza tradire la minima emozione
so nuotare fare i tuffi dall’alto addirittura mentire
so andare in bicicletta pattinare sciare sulle piste nere
so vestire elegante e camminare disinvolta sui tacchi alti
so stare a cena con artisti operai o avvocati distinti
eppure tutto questo non è bastato per attirare la tua attenzione
non è mai bastato
maledizione
però

ho conosciuto qualcuno che ti somiglia
ed io
come con te
oscillo tra
il dovrei darmela a gambe
e il ci metto su famiglia
faccio sempre gli stessi sbagli
in genere vado nella direzione opposta a tutti gli altri
egocentrico depresso concentrato su sé stesso
ma nessuno se ne accorgeva
tu il capobranco di qualsiasi gruppo
da gran signore offrivi da bere a tutti e tenevi banco
a cena sempre il più frizzante e il più interpellato
ma in tutti gli altri momenti
chi ti ha mai guardato?
nessuno
nessuno tranne me
me che tra le tante capacità che ho sviluppato
c’è ne una che vorrei non aver mai posseduto
so vedere
vedere attraverso la pelle e gli occhi di alcune persone
la malinconia la frustrazione la rabbia la follia la delusione
di ciò che non sei stato e non sarai mai
ma che fortuna che hai avuto ad avere almeno incontrato me tra i tuoi infiniti guai!!

c’è solo un problema adesso
adesso rivoglio ciò che mi è stato strappato
rivendico il mio bisogno sfrenato
di essere ascoltata guardata applaudita
e lo urlo dal palco più sgangherato
dirò ora la mia
divertente o penosa che sia
non mi farò mai più togliere da nessuno il microfono di mano
non cambierò più argomento come risposta ad un complimento    
niente prego si accomodi pure e niente più sconti
nessuno te compreso potrà in fila passarmi davanti

ho conosciuto qualcuno che ti somiglia
starò ben attenta a non giudicarlo dai modi
attentissima a non incastrarmi tra i suoi nodi
ho conosciuto qualcuno che ti somiglia
e sai ora che lo guardo meglio

potrei proprio essere sua figlia





 (roma 31.12.2012)

30/12/12

se solo tua madre sapesse






se solo tua madre sapesse
dove passi le tue serate come spendi i tuoi soldi perché temi i suoi occhi
se solo tua madre sapesse
quanto il tempo ti ha ammalato quanto il tuo corpo si è inquinato quanto la tua rabbia ha montato
se solo tua madre sapesse
schiuderebbe in una carezza la sua mano sulla tua guancia come non ha saputo mai fare
troppo dura per dimostrare
troppo debole per educare
troppi figli da sfamare
se solo tua madre sapesse
come hai ridotto quella piccola ed ora immobile bambola dalle vesti di seta
se solo tua madre sapesse
che quella sera tu
sei entrato senza il permesso nel dove più sacro di quella donna
che con i tuoi compagni di gioco hai usato la spranga per eliminare il fastidio delle urla
se solo tua madre sapesse
lei saprebbe forse come fare
come farti recuperare sopravvivere imparare
potrebbe forse proteggerti dall’inferno che si scatenerà da qui a poche ore
se solo tua madre sapesse
che chi desidera la tua morte più di ogni altro
ora sei proprio tu stesso
tu che
ti addormenti con il suo sangue e il tuo sperma sul cuscino
e ti risvegli accanto agli occhi di quella bambola fissi nel vuoto
tua madre
l’unica che può perdonare una distesa di dolore che si perde nell’acqua di tutto il mare
se solo tua madre sapesse
lei no
non si unirebbe mai alle lacrime di tutte le altre
contegno e fierezza
non aprirebbe bocca
e prima di farla finita per la vergogna
correrebbe affannosamente indietro verso i ricordi
condannando gli sbagli la fame la sottomissione gli schiaffi
se solo tua madre sapesse
il mondo forse non finirebbe
tu avresti la tua ultima possibilità
di piangere di ammettere la follia di essere ancora una volta abbracciato prima di finire a testa in giù


e invece tua madre non sa
e a te non resta altro che essere a tua volta la vittima della realtà
pregare e pregare ancora
coprirti la testa con le mani
non pensarci nemmeno
alla pietà
perché tua madre non ha mai saputo
o non mai ha voluto sapere
e comunque ormai
tua madre non sa






 (roma 30.12.2012)

26/12/12

facebook whatsapp e pranzo di natale: ma l'uomo non era un animale sociale?






pranzo di natale
ho dovuto alzare il gomito
e ora flutttuosamente
vomito
e che non si dica che non so cogliere il lato
comico

lume di candela e voci sovrapposte
grandi chef e grandi promesse
tutti sanno cucinare ma nessuno ha voglia di sentire
un ragazzo racconta ma
tra un mi passi il riso e un vuoi dell’altro vino
passa la fame e la curiosità
nessuno sa veramente dove questa cieca indifferenza
prima o poi ci porterà
‘mmazza quant’è buona la salsa verde
‘mmazza il brodo è ancora bollente
-non mi trovo molto bene a parigi perché i france…
scusa mi passi il fritto?
-..dicevo che mi piacerebbe fare un corso di cucin…
mmmmh che meraviglia questo involtino ma come l’hai fatto?
vino a profusione nella confusione
ma la confusione è rassicurante
i sentimenti il carattere i rancori vicino all’aglio nel ripieno del tacchino
nessun osi interrompere la confusione accidenti
nessuno si azzardi a fare una domanda e aspettare la risposta
nessuno osi chiedermi se sono viva o morta
e come sta tua sorella?
-bene ..oggi passava le feste con la famiglia del fid…
mi passi il pane ah quanto mi piace questo qui con le olive…lo vuoi provare?
occhi che passano da piatto all’altro
la mostarda fa da collante
sembra saziare il vuoto imbarazzante
disinteressati
presi dai loro pensieri
assenti e deleteri
c’è chi “un altro pezzetto non mi farà male e da domani solo verdure…la dieta per un giorno si può sgarrare…”
c’è chi “’sta pasta non è venuta al dente ed è anche un po’ troppo salata…devo starci più attenta ..”
c’è chi “quanto mi manca…ora le scrivo…le chiedo se viene con me via e se ancora mi vuole bene”
c’è anche chi “io rivoto berlusconi tanto gli altri sono tutti dei buffoni..”
c’è chi “aia che male all’anca mi fanno male pure i reni e guarda come si abboffa quel maiale di mio marito dio che vita che vita …”
c’è chi “quando passa sto natale che me sta prende a male?”
mentre aiuto a sparecchiare
il ragazzo risponde finalmente ad una domanda su whatsapp da sotto la tavola
almeno lì qualcuno lo ascolta
gli risponde
lo calcola
incontro per pochi istanti occhi simili ai miei
ma come vorrei come vorrei..
regali alberi luccicanti bei vestiti e così poco da dirsi
un gran bel pranzo di natale
i datteri caramellati sono veramente troppo
ma ci sono biscotti e battute finali
prevedo un finale al più presto
purtroppo me ne devo andare
sento dentro un irrefrenabile istinto
l’istinto di scambiare
sarà banale ma accendo il pc e me ne torno
su facebook
almeno lì si può almeno
chattare





(roma 26.12.2012)

25/12/12

nouB elataN





ricordi quell’opera d’arte di cioccolato bollente versato sul pandoro maciullato a mò di stella?
panna montata fatta in casa e via
anche il film più spaventoso diventava via col vento
anche la famiglia più nera si concedeva un tuffo nel grigio
aspetto quell’opera ogni anno
nonostante tu ti sia impuntato e non ti faccia più vivo
ah già perché non lo sei
comunque come va da quelle parti?
qui oggi sarebbe la vigilia di natale
palle rotte stelline di ikea letti sfatti rubinetti che perdono malinconia che vince
ah qualcuno all’ospedale
niente albero per me ed è la prima volta
comincio ad invecchiare si vede
e ad essere sincera me la cavo veramente male
con i vivi
qui non ci si parla da mesi
gli incontri recenti tutti finiti in un mai più
gli incontri decenti quelli su facebook ma soprattutto
manchi tu
tu e la signora che ti tiene per mano
anzi a proposito è un po’ che è sparita
all’inizio mi ero anche risentita ma ora sono più serena
vorrei che si presentasse ogni tanto in cucina
soprattutto quando ho a che fare con la farina
qui come sapete benissimo
i vivi non ci sanno gran che fare con me
perciò mi rivolgo a voi due
da lassù magari vedete le cose in un altro modo
avrei una voglia sfrenata di farmi una bella chiacchierata
hei bella signora ti ricordi quando stendevi la pasta nella tua cucina di pan pepato?
io accanto a te prendevo nota su un quaderno dei passanti sulla piccola scaletta
dando così già i primi segni di non essere proprio in forma perfetta..
il caldo del forno e gli odori di burro e zucchero sciolti illuminavano le gote del tuo viso
le tue mani tra gli impasti e il tuo grembiule imbiancato facevano da rete al mio incerto cammino sul filo
non sapevo allora che questi sarebbero stati i miei ricordi migliori
i miei ricordi migliori
già perché come dicevo il presente non è un gran che
ogni tentativo di chiarirsi con uno dei vivi
va a finire in una ferita mortale
m’hanno mandato al fronte
ma io orgogliosa e sfacciata mi sono presentata senza armi e senza alcuna competenza
e senza saperne niente
di guerra e violenza
e come prevedibile ho camminato all’indietro spaventata
fino a che la mia schiena non ha sbattuto contro il muro
da lì nessuna via d’uscita
dove potevo ancora scappare?
e quindi invece di retrocedere mi sono buttata in avanti
ho azzannato anch’io
e inaspettatamente ho scoperto di avere bei denti
vabbè metto in tavola le pizze fritte al pomodoro
risi e bisi
un salame di tonno
i pomodorini al gratin al forno
e il pandoro a stella
è la vigilia
voi lì giù che vi tenete la mano e forse sorridete
di queste mie chiacchiere
dettate soltanto dalla nostalgia
dalla fame
dall’ansia del natale
direte
amore mio ma così tu sfuggi il presente!
sei malinconica e ansiosa allo stesso tempo:
passi la metà del tempo a ricordare cose che non possono tornare
e l’altra metà a temere cose che potrebbero non arrivare
quand’è dunque che vivi la realtà?
no
forse non mi avreste mai parlato così
forse tu avresti spalmato un po’ di burro danese
su una fettina di pane
e con un bel bicchiere di latte mi avresti
baciato la fronte fresca augurandomi piano
buon natale




(roma 25.1.2012)

23/12/12

caro babbo natale





caro babbo natale
nonostante io abbia abbondantemente superato l’età dell’innocenza
nello scriverti la letterina
non ci vedo niente di grave
del resto potresti essere chiunque
sempre lì nascosto dietro la tua barba lunga
la tunica rossa e bianca
il tuo sorriso da crucco delle nevi
sembri più un profilo fake di facebook che l’uomo dei mille doni
chissà se esisti davvero oppure è solo una farsa
io nel dubbio però intanto butto giù una lista
a costo di sembrare matta
questi i miei desideri per il prossimo anno
per favore non obiettare che è troppo lunga
non chiedo mica di essere serena o la pace nel mondo



caro babbo natale
desidero:


-una lavatrice con capienza di almeno 4 chili (nella mia attuale lavatrice ci lavo due paia di calzini e un tanga al massimo –già se provo a infilarci una culotte non entra nell’oblò)
-provvista annuale di olive greche-stracchino-nonnonanni-burro di arachidi-nutella (sono le
piccole perversioni culinarie che non possono mancare una tantum nella mia cucina che per il resto ha il vanto di essere sana e mediterranea)
-un contratto discografico con la hidden beach (storica etichetta discografica di jill scott) in cui sia specificato che i musicisti ingaggiati per l’incisione del disco saranno a mia completa disposizione per ogni mia richiesta artistica e/o di altra natura
-un piano elettrico che dopo aver spinto il pulsante rosso sulla sinistra va da solo nel locale dove devi suonare (l’indirizzo è stato precedentemente inserito nel display apposito sulla destra della tastiera)
-fiducia in me stessa e nei mezzi pubblici
-pigiama coi piedini (porto 40)- lo chiedo dall’età dello sviluppo e non mi è mai arrivato sembra infatti che non facciano misure oltre a quelle per persone dai 0 a 8 mesi (questa al pari del sovraffollamento delle carceri non è un’intollerabile stortura di un sistema civile!?)
-un paio di nonni che ti aspettano con il pleid sulle ginocchia davanti alla televisione e la spengono quando arrivi
-un buono pasto illimitato per tutte le trattorie romane
-l’arte della diplomazia e l’arte del far fare agli altri quello che vuoi tu
-una pelle liscia e una ceretta definitiva che dura fino alla tomba
-jamie foxx che mi accorda il pianoforte mentre io lavo i piatti di là in cucina
-molti molti molti soldi da spendere indipendentemente dai dettami di morale etica psicanalisi religione dieta
-una famiglia con cui passare non dico tutte le festività ma almeno una cristo di cena/pranzo facendo a meno della solita armatura e dei porco….!
-un programma televisivo in cui invece di selezionare gente per il loro x factor insegnino alla gente a selezionare (lenticchie fidanzati amicizie..)
-i politici finalmente parlano di cose accessibili e necessarie e non solo di odiose e incomprensibili manovre sono dunque personaggi illuminati che si occupano dei problemi del nostro pianeta di migliorare l’aria che respiriamo dell’educazione che non riceviamo di sistemare le scuole di valorizzare la cultura di sovvenzionare l’arte di scoraggiare la violenza di imitare robin hood almeno con le scelte fiscali
-una tournè con i Roots dove io sono il loro featuring del tipo “a multi-talented white gal from italy…”
-gli afroamericani (a partire dalla moglie e le figlie di obama) improvvisamente non si allisciano più i capelli con la piastra scegliendo così finalmente la fierezza
-“Tata Lucia” ad educare i bambini delle famiglie negli stati americani dove è legale e ben accetta la pena di morte
poi desidero anche:
-un fidanzato cuoco
-un fidanzato avvocato
-un fidanzato psicanalista
-un fidanzato produttore discografico
-un fidanzato pornostar
-un fidanzato medico
-un fidanzato
-una palata di merda a disposizione quando si ha a che fare con uno stronzo (e le parole non sono riuscite aimè a sciogliere il conflitto)
-un invito al David Letterman late show per un’intervista con il mitico
- lettere e biglietti (cartacei) da persone addette a fornirmi amore
-una giornata in cucina con la mia zia adorata (e defunta) a far dolci con mattarello grande e mattarello piccolo (x me)
- la chiesa il papa i preti e le religioni non esistono più e la spiritualità degli uomini nonché le loro paure (che spesso sembrano equivalere) sono incanalate in attività ben più accessibili e meno sovrannaturali: un libro di Murakami-una spaghettata ai carciofi-lo studio della musica-una sciata sulle alpi-un abbraccio con un amico-una birra con un estraneo-un viaggio a vienna-una cartolina d’amore-un bacio- il cielo di roma visto dal pincio in un tardo pomeriggio di dicembre mentre le nuvole prendono per il culo il magnifico e abbagliante sole che se ne va arrossendo piano piano..


ecco ho finito
credo
e spero proprio che tu non stia facendo il tuo solito odioso..
...ho ho ho!!!

dove abito ormai lo sai
il camino non c’è e nemmeno le noci
ma c’è un po’ di pasta aglio e olio nella padella da ripassare
stai attento al gradino entrando
ah
buon natale




(roma 23.12.2012)

14/12/12

l'arte del ripassare





ho poche cose di cui andar fiera
(come ammoniva una persona cara..)
ma di questa mi posso proprio vantare
-l’arte del ripassare-
sono fermamente convinta
che tutto o quasi possa trasformarsi in qualcos’altro
ingredienti insignificanti e dal sapore ormai svanito
che danno miracolosamente luce ad un piatto esotico sexy innovativo
nella mia padella in effetti
ci può finire di tutto:
mezza cipolla a due passi dal farla finita
una manciata di pomodorini suicidi
mezz’etto di ricotta di capra
avanzi di broccoletti lessati
zucchine romanesche che implorano pietà
prosciutto cotto a dadini
con rispetto intelligenza fantasia e un po’ di follia
dò quasi a tutti una seconda possibilità

è una vita che ripasso
ripasso senza ritegno
ripasso tutto
ripasso persino parole
parole di ieri
parole dell’altro ieri
parole che ritrovo in frigo abbandonate da mesi
parole scadute
parole incellofanate
parole che hanno perso la loro freschezza
finiscono in padella con aglio olio e tante spezie
così di quelle più faticose
non sento il sapore

forse serve un po’ più di sale
o forse il mare
il mare di quel giorno così ventoso
quando il tuoi capelli erano ancora corti e il presente non mi sembrava così
odioso
servirebbe un po’ di quel mattino
di quella sabbia tra i denti e di onde negli occhi
si
serve decisamente un po’ più di mare
e forse c’è ancora troppo rancore
quindi aggiungerò dell’acqua per stemperare
devo mischiare girare spadellare
è ancora troppo presto per assaggiare
aspetterò che l’intruglio sia andato avanti
che i sentimenti imbiondiscano
che i pensieri assorbano il profumo di altri pensieri
che le idee per il futuro si confondano con il mio pessimismo
alzo un po’ la fiamma
niente copertura
il vapore mi assale violento
strano
non ho nessuna paura
solo voglia di trasformare questo intruglio forse infetto
in un piatto perfetto
dunque mischio:
le tue crude parole con il mio ammuffito silenzio
il tuo sciatto modo di portare i jeans con il mio peggior concerto
l’ultima volta che ti ho stretto la mano con il tuo sbilenco schiaffo
i miei -si- poco convinti con il tuo più bel tatuaggio
credo sia pronto ormai
ora di spegnere il fuoco
servire in tavola
chiudere gli occhi e sentire finalmente sul palato
un sapore
un sapore mai provato
un nuovo cuscino
un nuovo piatto
un nuovo palato
un nuovo assaggio
un po’ di te un po’ di qualcun altro ma è tutto diverso
più sano
più equilibrato
più così poco ti ho amato





(roma 14.12.2012)

02/12/12

il blues e altre malattie







eccolo arrivare il blues
molto tempo fa.. direi decenni fa…
eccolo che arriva alla fermata della metropolitana
Laurentina
si presenta piacere il blues..
piacere alessia ho letto il tuo annuncio..

mi arriva sotto la spalla
ma già mi comanda
è piccolo determinato e suona la chitarra
anzi direi piuttosto che la strazia
e vuole un cantante, maschio, non una “femmina”

capisco subito che è il mio uomo
da subito mi tratta come un essere inferiore
in saletta, al bar, davanti agli altri musicisti alle prove…
il repertorio?
solo pezzi decisi da lui: su questo è perentorio.
e io giù a cantare e a studiare e a sputare il sangue su quella musica maledetta
perché lo volevo, volevo lui la sua spocchia e pure la sua sfrontatezza
lui non aveva occhi che per la bellissima fidanzata e a volte anche per qualcun'altra
ma mai io la fortunata
i miei occhi su di lui
le mie orecchie ai dischi di Muddy Waters e Aretha Franklin
non sono serviti a molto
ai miei desideri rimasti sospesi

tante volte ho cercato di capire “cos’è il blues”
sui libri si legge….la pentatonica….il giro “primo/quarto/quinto” …gli accordi di settima….
naaaa

ho io la mia risposta, ce l’ho da decenni
il blues non è qualcosa che puoi leggere su un libro
comprare o farti insegnare

il blues è una mancanza
è quello che senti quando ami qualcuno che ti tiene a distanza
ti toglie il fiato ma purtroppo non t’ammazza
e non hai altro con te
che un po’ di note per dire…..










il blues (parte seconda)



passano i mesi gomito a gomito con il blues
la mia cotta è diventata una sfida
studiavo i pezzi
arrampicavo la voce
cominciavo a diventare piuttosto bravina
ma a lui sembrava non bastare mai
voleva più energia più sofferenza
su tonalità irraggiungibili e maschili per giunta
se mi azzardavo a chiedere di cambiare la tonalità
minacciava di sostituirmi al volo e senza nessuna difficoltà

ma a me il blues cominciava a piacere proprio parecchio
a lui invece sembrava interessargli soltanto il mio orecchio
si suonava si litigava si facevano concerti nei club più malmessi
poi si tornava in sala si suonava si litigava di nuovo
i motivi sempre gli stessi
sarà che da sempre scambio per attrazione
lo scontro tra i due sessi
più lui mi trattava male
più sembravo certa del suo amore
per non parlare poi dei suoi sbalzi d’umore
se un giorno entusiasta mi ricopriva di complimenti
il giorno seguente mi teneva il muso senza motivazioni apparenti
ma il blues si sa
o si ama o si odia
e io non lo odiavo affatto
accidenti

un giorno d’estate
si soffocava in saletta
suonavamo thrill is gone di bb king
lui nella sua salopette jeans
accaldato si toglie la maglietta
a petto nudo e ad occhi chiusi si lancia in un assolo
le dita sudate scivolano sulle corde come fossero slide
è concentrato scocciato ispirato nervoso
suona come fosse un sopravvissuto

vi posso dunque giurare che il blues è molto più di un dolore al petto
è vento e fiamme che ti sollevano il corpetto
una volta che l’hai provato non hai più scampo
in un attimo ha annebbiato il più fine intelletto
ecco perché dicono che chi fa il blues

è (per sempre) maledetto








il blues (parte terza)


una sera dopo le prove a san lorenzo il blues mi fa:
ti va di bere una cosa nel pub qui accanto?
io il blues un tavolino e due birre calde
se esisteva qualcos’altro al mondo in quel momento
a me non era dato di saperne

muddy water buddy guy e aretha franklin -ricordi sbiaditi
i dischi consumati fino ad allora -tutti rigati
i miei malditesta ricorrenti -del tutto spariti

nel mio viaggio a mare aperto con il vento tra i capelli
non avevo però fatto i conti
con l’alta marea e con i suoi improvvisi scogli:
la cameriera del pub protagonista dei suoi sogni
qualche anno più di lui
qualche misura più di me
un’anonima creatura con un maglione di lana grezza marrone
maglione: fuori moda - lei: fuori ogni tentazione… non diceva così la canzone??
lui all’improvviso si avvicina così tanto da potermi baciare
e con cattiveria ingiustificata e disarmante mi confida indicando la tipa:
-----la vedi quella?.. quella –a fascino- ti mangia in testa..!-------
meno male che in alcuni momenti
interviene la censura emotiva
la mente o quel che resta di lei censura il troppo
si tinge di prati verdi ed unghie viola
mi spedisce così in alto che i due puntini neri che scorgo
sembrano due formiche in un pub sfigato o un’oliva che parla con una suora
rimando il vomito a poco dopo
giusto il tempo di finire la birra
mentire: ho un cerchio alla testa
prendere il tram ed abbandonare la festa
proprio in quell’occasione cominciai a mischiare
sentimenti all’apparenza contrastanti:
due etti di passione
mezzo cucchiaio di frustrazione
170 grammi di voglia di rompergli tutti i denti
il conflitto divenne dunque il nostro menu del giorno
ognuno di noi due si sentiva un grande chef
il servizio filò liscio fino al momento in cui
un fumo nero cominciò ad uscire dal forno
la domanda venne perciò spontanea:
possono due chef lavorare e sopravvivere in una stessa cucina?
no
se uno dei due è uno spietato bluesman
e l’altro è una ragazzina ferita







il blues (la rivelazione)

è il mio compleanno
dopo più di un anno di tormento
svelerò quello che sento
dirò al blues tutto quanto
anche i bluesman più tosti prima o poi
hanno un cedimento
gli indizi portavano tutti ad una sola evidenza:
la cosa non era certo reciproca
ma io
non potevo più tenere a freno quell’ansia tipica
l’ansia di chi non può più aspettare
deve informare conoscere agire prima di impazzire

mi decido dunque a sfoderare la mia arma migliore
voi penserete al canto
a una minigonna vertiginosa
a un rossetto color sangue
a una spaghettata favolosa
niente di tutto questo
scrivo un biglietto:
si può forse resistere alla carezza della mia penna
o all’ironia di una donna?
Un amico fece da piccione viaggiatore
e il blues fu raggiunto dal mio biglietto d’amore

ecco che poco dopo squilla il telefono
è il blues
-posso passare da te- sei in casa?
mi partono immediatamente le fantasie sul vestito da sposa
mi bacerà subito o ci diremo prima qualcosa?
noterà il mio nuovo taglio di capelli stile madonna-prima-maniera
o sarà abbagliato dai miei occhi già pieni di “dove mi porti stasera?”
suona il campanello
entra il blues e come sempre è troppo bello
guarda un po’ a sinistra e un po’ in basso
strano è il tipico atteggiamento del criminale che mente al processo
ci sediamo in cucina davanti ad un caffè
io sfoggio un innaturale sorriso a tutti denti
lui continua ad evitare i miei occhi impazienti

…..possibile che una piccola crepa si stia già formando proprio in mezzo al petto?...

lui prende la parola dopo un sospiro
ringrazia del biglietto:
-senti alessia…
io: si?!
-tu sei una donna.. simpatica…carina…di talento….MA..
ma……?
ma….
ma…???
a quel “ma” sento che la crepa non era solo un sospetto
si allarga come una macchia d’olio e somiglia parecchio all’infarto

-…ma è nata come ‘n’amicizia…te vedo come un’amica e nient’altro mi dispiace..

buio totale
spiace a me di non avere un bel finale
non ricordo altro che
un gran dolore
nessun medicinale
niente ospedale
ah si e un incontrovertibile dettame nella mia mente geniale:

mio caro blues
è proprio ora di andare

dieci anni dopo
la mia cartella clinica di rilascio


                                                 il paziente presenta:

-scarsa autostima
-rapporto conflittuale con l’altro sesso
-propensione al vittimismo
-tendenza alla dipendenza ossessiva e al masochismo

    ha perciò sviluppato:
-una realtà parallela rassicurante
-una serie di contorte tattiche difensive

con probabile conseguente contagio del blues e di altre malattie





FINE



p.s.
se siete arrivati sin qui e se siete curiosi di capire come questa esperienza mi ha "formato" artisticamente...
canterò e suonerò un pò di blues con il mio trio nel progetto:
"Il blues e altre malattie"


  • 18 Gennaio per il Festival Blues della Casa del Jazz di Roma
  • 30 Gennaio B-Jazz (ristorante della Casa del Jazz)
  • 7 Giugno- Aperiif sound Biblioteca Comunale di Lanuvio



Dr Feelgood
Aretha Franklin




(roma 2.12.2012)