28/03/13

sopra i sessanta sotto i quattro





ore 10

il sole il cielo i fiori gialli
siedo su un muretto alla fermata rebibbia
cuffie giganti mi separano dal traffico
un signore oltre i sessanta con occhi di aski mi apostrofa
-musica rock?
-come? ah no...soul...
mi guarda bene e continua
- comunqe sei ‘no spettacolo- quell’occhi sembrano finti
-sono finti
-..nel senso che porti le lenti?
-no no sono PROPRIO finti
non capisce la finezza ma
si allontana con sorriso ammiccante e con un commento non adatto alla sua età (e se vogliamo proprio chiarirlo anche alla mia)
commento secondo lui lusinghiero
secondo me tanto agghiacciante (quanto irripetibile)




ore 20

palestra liceale del quartiere
un minuscolo ma energico bambino dalle guance rosse e occhi color cielo
striscia per terra a pancia in su spingendosi con i piedi
sembra un bacarozzo impazzito girato sulla schiena
si fa tutto il pavimento della scuola tipo mocho vileda
ride
libero e bello mi guarda estasiato
ed io chinata in avanti verso quel batuffolino
ho la pessima idea di dirgli
-ma quanto sei bello tu?
con quella voce in falsetto e quel fare da idiota tipico di quando mi rivolgo ai bambini
(disgustosa)
il batuffolino si alza di scatto
sembra non aspettasse altro
si fionda verso di me
mi tira per un braccio si aggrappa ad una mano mi pianta i piedi sulle gambe e comincia a scalarmi
come fossi una montagna
il batuffolino è al di là di ogni previsione
fortissimo pesante enorme spaventoso
cerco di togliermelo di dosso un po’ rido un po’ sono seria un po’ cerco rinforzi con sorriso disperato
il bimbo-demonio non si scoraggia
ad ogni tentativo di rimetterlo a terra pianta i piedini di ferro sulle mie ginocchia
e mi scala
sono preoccupata
nessuno viene in mio aiuto
cristo dov’è la madreeeeee?
decido in pochi istanti di cedere (l’alternativa era finire in carcere..)
lo lascio fare la sua scalata verso la vetta (la mia faccia)
mi si aggrappa al collo mi strappa una manciata di capelli mi stacca l’orecchino mi scocca un bacio sulla guancia
mentre mi abbraccia con foga disumana
con uno slancio non coerente con la sua età mi confessa
-io voglio stare con te
-ah.. che carino.. e come ti chiami?
-ugo
-e quanti anni hai?
(con un gesto distorto della mano-pinza fa il numero)
- 3
e poi mi fa questa domanda
- perché sei grande?

davvero io non so cosa rispondere
decido di scrollarmelo di dosso definitivamente
fattene una ragione ugo non potremo mai essere felici insieme
appena lo metto a terra forzatamente
lui scappa via dicendomi

-brutta!

dalla giornata di oggi ho sicuramente imparato che
sopra i sessanta e sotto i quattro
vado proprio

a ruba






(roma 28.3.2013)

19/03/13

sola





dopo un po’ ci si abitua
anzi no a dir la verità ci si abitua da subito
come ci si abitua a tutto
a un marito noioso ad un sequestratore sensibile al passare del tempo al fischiare del vento
del resto io sono sempre stata così
sola
sola in casa tra gli addetti ad amarmi
sola quando passeggiavo con te per mano o con lui o con un altro ancora
sola con i più cari dei miei cari
sola durante l’estate a natale durante le feste sola a casa della mia migliore amica
sola
io
non te ne sei mai accorto
lo sono sempre stata
ma non ti rammaricare
non lasciar incurvare le sopracciglia non lasciar inumidire i tuoi occhi o cedere gli angoli delle tue labbra
non è cosa triste
non è una malattia
ma soltanto una storia
la mia
e non è niente di nuovo
è sentita e risentita
è la storia di chi ha imparato che nessuno ascolta nessuno cambia nessuno scambia diamanti per melodie potenzialmente accattivanti
di chi rifugge la distrazione e ricerca tutta la vita un più approfondito incontro
ci sono mai delle volte
chiedi tu
in cui non ti senti sola?
certo
e sono le volte in cui non ci sono gli altri intorno
le volte in cui non mi sento sola sono quando
sono
sola
realmente




(roma 20.3.2013)

08/03/13

oggi: lotto (e) m'arzo

06/03/13

vorrei... ma non... e quindi







posso fare molte cose
ma non posso fare proprio tutto
ho rigato due macchine in una settimana
il torto tutto mio
sono stressata distratta imbambolata giustificata
chi si occupa mi chiedo però
delle condizioni psicologiche del guidatore del macellaio delle persone?
non esistono solo il traffico
il bollo
i vigili
il cid
il led
lo stop
il beh?
il pin
il puk
il tag
il poke
l’app
ci sarebbe anche il sé
veramente
le vittime della mia insofferenza e della mia incapacità di dare spazio al ritardo
mi tampinano
ma io non posso non ce la faccio non sono in grado
per questo mi rivolgo a te
non sarebbe giusto
l’orgoglio si gira dall’altra parte per non vedere
ma va così
in un bar qualsiasi
cosa prendi un caffè un cappuccino un cornetto…?
non posso prendere nulla mi fa male lo stomaco..
prendo una tea
non parlo
ti affido però un foglio
i nomi delle mie vittime
ci penserai tu una volta tanto
una volta tanto sarai tu a risolvere i miei casini
non c’è nulla di male

dodici minuti davanti a un tea che non bevo mai
e a un te che non vedo mai
un che di gigante mi gonfia la gola
non succede niente di nuovo
ma quel che di gigante mi sta già inondando le palpebre maledizione
vorrei non
ma non
e quindi
mentre l’acqua sgorga dai miei stupidi occhi
metto su la credibilissima storia della femmina isterica
nonmipossoancheoccuparedellecosepratiche!!!
dovrei piuttosto dire
che sono in difficoltà
che mi servono tante cose e mi servivi tu ma non sei mai stato disponibile
ah che ieri sono caduta
mentre spostavo lo stendino con i panni bagnati
ho fatto un volo e sono finita dentro lo stendino
sono rimasta per terra a piangere come una bambina di tre anni o a scelta una vecchia di ottantacinque
che piazzare palizzate richiede lavoro sudore e malinconia a palate
ma invece
continuo a versare tea
la barista mi ci fa su un commento
non si arrabbi.. su su un bel sorriso….
e io sorrido veramente alla fine
perché so di essere umana e anche se mi impegno
non posso vincere sempre
come tutti del resto
vabbè
ringrazio deglutisco recupero la mia espressione dura e la postura del supereroe
e mi avvio verso la mia vita di sempre
lasciandomi alle spalle quel po’ di sangue del mio sangue
che non ha saputo godersi manco una goccia del suo unico erede
troppo lontano sguarnito freddo poco amato
uff
assente




(roma 6.3.2013)