30/08/14

THE HEART BITES





catapultato non si sa da dove
si attorciglia nell’ombelico calandosi dal camino
si fa spazio nell’intestino
raggiunge lento e sicuro posto più nascosto
e una volta lì
si attacca con forza alle pareti e mordendo tutto intorno

pochi secondi
a volte un minuto intero
strappa un pezzetto con la violenza della fame accumulata
se ne frega che il corpo è il tuo
non ci sono medicine o cure per fermarlo
aimè sono contraria alla droga
altrimenti forse solo quella sarebbe un’idea
ma non ne sono poi così sicura

l’alcol a volte ci prende
ma dovrei tenerne un po’ in borsa pronto per l’attacco
e sembrerei un’alcolista
A.P. e il dolore della perdita eterna

mangio un hamburger rosa
è da paura
vorrei raccontarlo a te
ma il numero che continuo a fare squilla a vuoto
06 4881873
ah certo ho scordato il prefisso internazionale..
0044 06…
ancora niente
è veramente passato troppo tempo
merda
devo dirti e chiederti tante cose
0044….
una voce metallica mi ricorda: you have 430 minutes left
fanculo la talktalk
questa telefonata (o la vita?) mi lascia senza fiato

maledetto
avrei bisogno di parlare con te
ti direi: sto mangiando un hamburger rosa
è da paura!
è doloroso
eppure si sapeva dall’inizio
si nasce si cresce si fallisce si peggiora si muore

ma l’hambuger rosa ha svelato il suo trucco
beef with beetroot
ricordo le rape rosse di tua madre
l’odore mi dava la nausea
amavo tua madre e ora anche la rapa rossa ha un suo perché
sembrano cento anni che non ci sei più tu
un secolo da quando anche lei non c’è

tu mi diresti di restare
di fare questo e quello
di parlare con la gente
osservare gli alberi
ascoltare i suoni
annusare gli odori della città
io sto qui ad un bistrot fichetto nell’est della città nuvolosa
ad un tavolo di marmo
con un hamburger rosa nel piatto
ci piango su
tanto mancava di sale

ma dimmi di te
cosa farai?
haia iai
non lo saprò mai

sale e pepe
salsa workchester e ketchup
andai a genova poi a londra poi a new york
ti telefonavo sempre quando tua madre già non c’era più
c’eri comunque tu
ok ok dovrò smetterla
sto piangendo sull’hamburger rosa
in un bar inglese
e credo che non stia bene

tutti che parlano di soldi
io non voglio parlare di soldi
non voglio pensare ai soldi
non voglio avere i soldi
non voglio sentire il bisogno dei soldi
cos’è che ci fa impazzire quando perdi qualcuno?
quel dolore se ne andrà
sotterrato dalle lacrime finirà sotto il pavimento
sotto la terra dove cammini
sotto il tetto della tua nuova casa
sotto le dita che schiacciano i tasti bianchi e neri


sembravo sorridente divertente allegra solare
e invece sono così
meglio smettere di leggere il mio blog
e fare le parole cruciali

ma ora mi devo alzare
pagare il conto
prendere il bus che mi porta verso ovest
lì mi aspetta colui che mi ama
lì troverò la pace per un po’ di ore


ma per ora
come dicevi sempre tu

THE HEART BITES*



(*ER CORE MOZZICA)



(london 30.8.3014)

03/08/14

TO ONE WHO TOUCHES DOESN’T INBROUNCH






sapete quel detto
cercare un ago in un pagliaio?
mi sono sempre fatta domande sul momento in cui lo si trova davvero quell’ago
come minimo ti sgarri una mano
beh quel momento è sicuramente meno impegnativo del
-cercare una stanza a londra-

fisso un appuntamento con una certa patriCia
che poi scopro essere italiana visto che già dalla terza mail si firma patriZia
arrivo a kentish town e la zona è molto di mio gusto
mi manda un text e dice di aspettarmi alla fine della via
sta andando tutto bene
il sole brilla alto nel cielo
e io sono stranamente di ottimo umore
MA
patricia appare sulla porta
misery non deve morire non è un film
è qui di fronte a me in carne (molta) e ossa (poche)
è molto grossa e indossa una palandrana a fiori e delle pantofole
aspetta immobile sulla soglia
mi fissa con occhi spiritati un sorriso dolcissimo e guance rosse di vino e diosolosa cos’altro
metto su la mia aria conciliante-accogliente
entro tremante
lei locka la porta dietro di me
io già ragiono su a chi lasciare tutta la mia collezione di dischi rhythm & blues
la casa è su due piani e non accende la luce e mi fa togliere le scarpe
la camera per ora è affittata ad un’altra ragazza
meno male non siamo sole
l’inquilina si presenta
ha enormi occhi azzurri e un accentuato tic all’occhio sinistro che la rende perfetta per quella casa
ecco apparire nella mia fantasia le cristallizzate atmosfere dell’Overlook hotel tra moquette e follia
Miserynondevemorire parla molto lentamente ed ha un chiaro ed ipnotico timbro di voce
mi offre un caffè in cucina
non posso rifiutare
comincia a parlare di cibo
attacca il discorso su “quelchemangiamociavvelena” e le robe buddiste-vegane-salutiste-energetiche
dice che noi occidentali non siamo abituati a curare il nostro corpo e che ci intossichiamo
mentre gli orientali.. e aggiunge “il mio LUI è indiano ed è tutta un’altra storia”
come: il mio LUI!?!
cioè Miserynondevemorire ha un …LUI?
dice che il suo lui” (oltre che indiano) è anche “fruttiano”
sono disperata
mi chiede se voglio zucchero nel caffè e io mi spingo oltre chiedendole un goccio di latte
pensavo di aver raggiunto il top del surreale e invece non ancora
lei mi guarda con un sorriso materno e si dispiace di non aver latte perché:

il latte non è fatto per gli esseri umani- il latte è fatto per i vitellini

ok ok ok
io insceno una faccia incredula e un’ingenuità che nulla hanno da invidiare a marilyn monroe quando rimane senza i suoi occhiali
cerco a tentoni di raggiungere la tastiera del cellulare in borsa
merda è un maledetto tacch scriin
damn
Miserynondevemorire estrae dunque una bottiglietta opaca dal frigo
intravedo un liquido biancastro (e forse dei pesci rossi)
mi offre un po’ di “latte fatto in casa da lei”
è latte di mandorle
mi spiega orgogliosa
si..ma credo stia lì dal ’87 non ricordo come si dice in italiano holy christ!
ormai non mi posso tirare indietro e lo schiaffo nel caffè
lo bevo commentando “mmmm buono”
sto impazzendo
comincia a raccontare di un gran brutto periodo in cui è stata molto molto male
poi il miracolo: il blog di un certo valdo vaccaro … le cambia la vita
nel motore di ricerca del blog si digita la propria patologia e appaiono suggerimenti sugli alimenti consigliati e sconsigliati
data la stazza e il colore di pelle di patricia deve aver invertito i suggerimenti
ad un certo punto mi fissa e mi chiede il segno zodiacale
aggiunge con apprensione che il mio problema probabilmente è che tendo a dimagrire
ecco che mi partono immediatamente le fantasie su hansel & gretel horror
sono catapultata in una cella ed imboccata ad ossi di pollo da Miserynondevemorire
obiettivo: raggiungere il peso ideale per essere data poi in pasto al suo LUI fruttiano
comincio a fare un po’ di confusione
il terrore mi rende particolarmente creativa
devo cercare di uscire di qui
in mio aiuto arriva l’appuntamento dopo di me
una ragazza siciliana ciliaca
approfitto per sgaiattolare fuori pensando- mò te la ciucci te stà matta-
intanto continuo a dormire sul divano del gentil capano

dall’italia arriva mail del preoccupato genitore che avverte:
pare che sia ricomparso in africa il terribile virus “ebola” soprattutto in nigeria
ma purtroppo molti nigeriani volano spesso a londra
il virus si trasmette solo per contatto
evita quindi di dare la mano (tanto in inghilterra non si usa) a chicchessia
soprattutto neri
cerca di mangiare in posti decenti
bevi solo da bottiglie sigillate

ok dad
I will never touch the hand of black men
I promise
…….


detto della giornata (antica saggezza inglese):

TO ONE WHO TOUCHES DOESN’T INBROUNCH*




*(A CHI TOCCA NUN SE 'NGRUGNA)







(london 3.8.3014)

02/08/14

AND EAT IT ANOTHER LITTLE THING DON'T YOU?









it’s very clear (our love is here to stay cit.)
raianeer mò ha proprio sforato di brutto
si ok sarà un volo low cost
ma quanto low paghi in salute sti soldi risparmiati?!?!
ritardo di tre ore (non rimborsato)
assistenti di volo basse e tarchiate
chiedo some water please
un’hostess un po’ inglese un po’ lacca un po’ scocciata
mi porta un bicchiere d’acqua tiepida
l’aereo fa un rumore molto strano
direbbe un mio ex amore che “non ingrana”
sto velivoletto balla più della carrà e beyoncè ai music awards
io comincio a cantare amacing grace
per scongiurare il pericolo che avverto imminente
ooo mai gooooddd
direbbe il mio amico con odiosa pronuncia british
finally atterro e sono le tre di notte
mi metto in fila per comprare il biglietto per il bus
tre americane finte assorte mi passano davanti in fila
nonostante l’ora l’età (mia) e la lingua straniera
sento lo sbrocco lì lì pronto a sopraggiungere
non ricordo come si dice in inglese
NUN FA’ LA FURBA CHE T’APPENDO
per fortuna interviene una signora rivolgendosi alle due
maybe you didn’t realize there is a line…
ecco ecco cosa mi è sempre mancato
la sopraffina arte della
di-plo-ma-zia
shit
damn
motherfuck
arrivo alle cinque del mattino
mi butto sul divano del gentilissimo capano
-and pray the stars will watch over me

ok sono sveglia (e viva) e in london!!!
mi faccio un caffè
doccia senza bidè
a proposito il bagno qui si dice loo
gireo per il delizioso quartiere di hackney
sembro una turista
hei un momento io sono una turista!
guardo a bocca aperta i negozi
barbiere ucraino accanto a fish & chips
take away arabo accanto al paradiso delle unghie cinese
parrucchiere tailandese accanto a laundry wash & dry
scelgo il mio bar e finalmente l’english breakfast sarà mio

la cameriera del bar è gentile
chiedo la differenza tra 2 piatti
lei sollecita ha pronta la risposta articolata
damn
I can’t get a fucking word!
cosa diavolo stai dicendo willies??!
e soprattutto
perché diamine non parla inglese per diooo
del resto è inglese no?!
fingo di capire mettendo “oh yeah” a caso ed è fuori contesto
ma ora che ci penso bene non è nulla di nuovo
lo faccio anche quando mi parlano in italiano

santo dio meno male che sono (ancora) magra e che brucio parecchio perché nevrotica
questo piatto racchiude tutte le possibili disfunzioni del nostro organismo
-colesterolo
-diabete
-colicisti
-colite
-obesità
-asma

ho davanti il mio pasto:
caffè (e fin qui..)
salsiccia
uova al tegamino
bacon
patatine fritte
fagioli con ketchup (o almeno è quello che sembra)
pane e burro

ora non so come andrà
ma
bar dell’aeroporto a roma: ligabue
bar dell’aeroporto a londra: maxwell
ultimo concerto a roma: queen mania (tribute band dei queen)
primo concerto a londra: the floacist (al jazz cafè)

mentre amy (vinocasa) canta I cheated myself…
e io penso di non averlo mai fatto
mi sento meno incasinata del solito
certo ho il blues
ce l’ho sempre avuto
e probabilmente ce l’avrò sempre
ma non mi spaventa
siamo fatti come ghiande dice il mio amico afro-italiano
il picciolo è la nostra storia e le nostre radici
la parte superiore della ghianda sono i nostri maestri e le persone che ci ispirano
la ghianda il nostro seme e questo che lasceremo di noi nel mondo

cugino mio
sei parte sia del picciolo che della corteccia

detto della giornata (antica saggezza inglese)

AND EAT IT ANTOHER LITTLE THING
DON’T YOU?*




*
(E MA’GNATELA N’ARTRA COSETTA NO?)




(london 2.8.2014)