29/06/15

4° turno alla vecchia aquila




entra un tipo strano
sulla quarantina alto e secco 
cammina a stento facendo completo affidamento su un bastone dalla testa a forma di teschio argenteo
bretelle e cappello marrone con fiore giallo gigante applicato
zaino con altri 3 bastoni di diverse fattezze
unghie nere da chi dorme dove capita
sono indecisa tra la droga o la sla
mi fa simpatia
ha un’aria intelligente
mi chiama con il ditino e mi comincia il discorso con ‘sweetheart’
però io (di tutto il discorso) capisco soltanto
 ‘sweetheart’..
sembra volere un complicato cocktail di cui non so nemmeno l’esistenza
chiamo la collega la quale fatica a sua volta ad avere a che fare con il tipo
vuole un drink
ma lo chiama cocktail
quindi non si capiscono e entrambi si innervosiscono
lei torna al bancone e ne fa un riassunto degno di nota
-he’s an asshole
il tipo rimane lì per ore
ordina involtini thai dall’aspetto avvincente
poi un riso con verdure
poi altri drinks
guarda tutti gli altri e anche nessuno
entra un’abituè del pub
una donnetta paffuta che generalmente si spara un’intera bottiglia di vino rosso
da sola
e in un’ora
ha il viso martoriato
chiazze rosse
mentre parla si gratta la faccia e si massacra la pelle

la paffutella mi rivolge la parola in aramaico antico
e io per cambiare discorso visto che non so assolutamente di cosa parli
le faccio
-what’s your name again?

sulla mia destra l’eccentrico segue la conversazione con lo sguardo
mi sembra educato girarmi e rivolgere anche a lui la stessa domanda
-and what’s your name again?
l’eccentrico mi sorride e polemico mi fa
-I never told you my name: why did you say ‘again’?
e a me tutt’ad un tratto non mi sopraggiunge come si dice in inglese:

senti bello c’avrai pure la sla ma sei comunque un grandissimo rompicoglioni


dopo un paio d’ore passate a suon di birra e vino rosso
l’eccentrico al tavolo 2 e la paffuta al bancone fanno due parole
lei gli fa
-sono preoccupata: dove vai a dormire stanotte? non puoi stare per strada..
-non c’è nulla di cui ti devi preoccupare
la rassicura lui
poi l’eccentrico-stronzo tenta una manovra seduttiva nei confronti della mia collega
la quale essendo anche lesbica
non accoglie minimamente e taglia corto negandogli la richiesta di poter dormire nel pub per quella notte
la paffutella alla fine della sua bottiglia
ha ormai perso lucidità
ma non l’empatia
lo invita a dormire sul divano di casa sua
anche se è un perfetto estraneo
lui accetta
la mia collega è preoccupata per la paffutella
fissa il tizio dritto negli occhi e lo avverte con un tono che non ammette sgarri
-be mindful
lui sorride sprezzante
-I’ll be more than mindful

la strana e appena formata coppia lascia infine il pub
instabili sulle gambe in bilico sulle vite
ma capacissimi di ascoltare sentire scrutare legare
dunque
vivere





(london 29.6.2015)

24/06/15

3° turno alla vecchia aquila





ho scoperto che il proprietario del pub
mi stima e ha detto che gli piaccio
tiro un sospiro di sollievo perché è brusco e ombroso
si piazza a un tavolo e gioca a carte con i suoi amichetti ottantenni
mi guarda in cagnesco e mi ha ripreso già un paio di volte

il pub è obiettivamente delizioso
non lo dico perché ci lavoro io
strumenti musicali di tutti i tipi attaccati alle pareti
chitarre vecchie come il (buon) vino
fisarmoniche
rullanti
tamburi
un’intera vetrata dipinta a mano affaccia sul giardino interno del pub
dal soffitto sulla vetrata pendono decine di ‘allarga-scarpe’ di legno
non chiediamoci il perché
profumo di pub antico
i miei vestiti sono imbevuti da quel profumo quando torno a casa e anche i giorni a seguire
apprendo che poco più cento anni fa il pub era diviso a metà
bianchi da una parte
neri dall’altra
non c’è da stupirsi se i pub sono frequentati prevalentemente da bianchi

c’è un tipo a cui ho servito un bel po’ di pinte
sta bello sbronzo e ha un accento marcato
mi vede sorridente prende dunque coraggio si appoggia al bancone con aria confidenziale e mi fa
-I don’t want you to get depressed but….
e poi comincia un discorso praticamente in arabo antico
un po’ è cockney un po’ è mbriaco
io gli continuo a dire
I’m sorry I don’t understand you
ma infine scandisce meglio e capisco:
un caro amico con cui di solito bevo qui al pub
è in ospedale e non so se ne uscirà

mi intenerisco al punto che sto per offrirgliela
la settima pinta
ma poi invece gli chiedo i 4 pound e gli dico
-brindiamo a lui
e aggiungo predittiva
-don’t worry: everything will work out fine

moh
speriamo sia vero

la mia collega del turno di oggi è un uomo
appena mi presento mi accoglie con un complimento bizzarro ma apprezzato
-hai una bellissima dentatura
la tipa è piena di tatuaggi su cui spiccano i due su entrambi i polsi dalla scritta minacciosa
(o religiosa?)
--thank me –
è bravissima professionale e svelta
mi illumina sulla corposità delle birre
mi spiega il perché vadano servite in certi bicchieri
c’è un bicchiere che ha un tondino sul fondo che stimola la produzione di bollicine
geniale
vado pazza per questo tipo di cose!
mi chiede se ho un ragazzo e mi racconta della sua ultima relazione con una donna andata male
la tizia con cui stava è partita per l’africa per occuparsi dell’ebola
ha fatto il biglietto senza avvisarla e a cosa fatta s’è fatta uscire la voce

il bartender è un po’ come uno psicologo
i casi umani qui dentro si sprecano
il cliente medio si aspetta la stessa cosa sia dal barista dietro il bancone che dalla birra nel suo bicchiere:
devi essere frizzante accogliente fresca risolutiva capace di fargli scordare che lavoro fa /quanto(poco)guadagna/il matrimonio distrutto/l’abbandono della consorte/la morte di Max il cane fedele compagno di sempre

due amiche centenarie si incontrano al pub
una delle due insiste per offrire
prendono mezza pinta di birra a testa
le servo e mi sento chiamare dal furbo Peter
molto educatamente mi riprende
-non voglio insegnarti il tuo lavoro MA
mi dice
- dovresti sempre riempire il bicchiere fino al bordo… chiedi loro se desiderano che tu lo faccia!
adoro questa conduzione familiare del pub
tutti si impicciano di tutto e di tutti
si salutano anche se non si conoscono
anche se ognuno è seduto per conto suo
ogni tanto si scambiano una parola
mentre attendono che gli effetti dell’alcol addolciscono la fatica da cui si sentono schiacciati
e io verso dolcezza
e mi pagano



(londra 24.6.2015)

16/06/15

2° turno alla vecchia aquila




è il mio primo turno completamente da sola
non so nulla di liquori soft drinks birre cedri e most of all
il cockney mi devasta
ho le chiavi per aprire il pub
ma vedo un movimento all’entrata
il proprietario del pub si avvicina con delle buste e fa per entrare
abita al piano di sopra
è un bel signore distinto è scorbutico e gioca a poker
questo è tutto quel che so
finora almeno
quel che sto per apprendere è che davanti alla porta
lo aspetta una sventola biondo platino ventenne con pantaloncini sotto la curva della chiappa
si somigliano nel look
entrambi con capelli color platino
con una differenza di
60 anni
uno è il look giovanehypster/londinese/rockstarinerba
l’altro è solo moltovecchioNONdovreiuscireconunaragazzinadiquell’età
imbarazzatissima
entro e me li trovo davanti
si sono appena scambiati un
bacetto
vi risparmio i pensieri che mi partono nella testa

il proprietario mi guarda stupito e leggermente contrariato e osa chiedermi
-…what are you doing here?
-I’m working!
rispondo anche se la cosa era abbastanza ovvia
(grandissimo bavosone t’ho beccato in flagrante eh…!? schifo che mi fai.. potrebbe essere tua nipote.. blah)
mi manifesta la sua preoccupazione
e’ preoccupato perché ho cominciato da poco e non sono ancora abbastanza esperta per gestire il pub totalmente da sola..
-no no it’s gonna be fine!! there’s no need to worry AT ALL! I’m very quick and I’m learning fast…
dico queste parole con sicurezza e inaspettata spavalderia
nel frattempo però cerco di fermare la porta dietro di me con un piede e una mano mi sta diventando viola
lui mi guarda
guarda la porta
guarda il mio piede
interviene e con un colpetto degno di Fonzie che fa partire il jue box
mi fa
-see…?
divento fucsia ma non demordo
sono romana e sono del cancro
non mi fai paura jimmie mio
ricordati che posso ricattarti e raccontare tutto a tua moglie
(stavo quasi per tralasciare di chiarire che poco dopo arriva nel pub il NIPOTE di jimmie e bacia la sua fidanzata- la sventola platino…)


torna il mio preferito
per dovere di cronaca lo descriverò
alto
capello lungo a caschetto liscio e luridamente rock
denti tra il marcio e il vissuto
unghie della mano sinistra lunghe un po’ nosferatu un po’ jazzista avariato
sguardo azzurro vispo e occhio dalle evidenti e sfacciate cataratte
è lui
peter
tra i 78 e gli 83 anni
ma mentro gli servo l’ottava pinta del pomeriggio
me ne scordo
nato e cresciuto a camden town
deve aver avuto una vita a dir poco
intensa

sotto gli occhi cerulei di peter
mi faccio ripetere da un ragazzo giovane e hypster cosa diavolo vuole
sono tutta rossa in viso e continuo a non capire che birra vuole
nonostante me l’abbia ripetuto almeno 12 volte
ora l’hypster sta indicando con la manina
sono persa e indico dieci tipi di birra diversi
abbia pietà di me
ah
vuole il kit del ping pong

arriva una comitiva di tredici persone
ordinano
a me!
cibo e birre
ognuno vuole un piatto senza cipolla
senza glutine
senza peperoncino
con funghi ma senza glutammato
con glutammato ma senza nocciole
con pepe ma senza sale
il cibo è tutto thai
e devo dire che è da sballo
corro da una parte all’altra ma non mi faccio prendere dal panico anche quando
una nera gigante
tira fuori il suo metodo di pagamento:
la tessera del bus
insicura come sono penso
ecco adesso non la so usare
un nuovo tipo di carta di credito
arrossisco
ma insomma.. a guardarla proprio bene
sembra proprio la tessera del bus…
imbarazzata le chiedo se è sicura che la carta sia “giusta”…
si mette a ridere
non si scusa
mi fa
-I tried my luck..
(c’ho provato)

Peter mi osserva con uno dei due occhi
l’altro è perso chissà in che ricordi annebbiati dall’alcol
ma neanche troppo
della decima pinta
l’unica cosa che so di lui per ora è che
gli devo servire una foster’s nel bicchiere della kronenberg
mai e sottolineo
mai
il contrario!!

a metà turno mi sento felice di non aver fatto grossi errori
anche se ho creato parecchio sui prezzi dei vari
gin and tonic
j & D (jack and daniels)
shandy
crabbie’s
e forse a discapito dei poveri clienti

vado verso lo scaltro P.
e mi vanto di essere stata brava ed efficiente
“what do you think of my first day of shift by myself?
I was good, wasn’t I?
I hope I did everything right!

Risposta di P.
-IMPOSSIBLE
you’re a woman

sento di amarlo sempre piu’

mi lamento dicendogli che non mi dà mai soddisfazione
e lui ride sotto i baffi
insisto cercando di convincerlo della mia bravura come bartender
e gli spiego che ho gestito da sola un intero tavolo di almeno quindici persone
non hai visto? Didn’t you see them?  They just LEFT the table!!!
P. mi fa
Did they leave the table?
io ingenua rispondo
-yes they did!
e lui
-didn’t they bring the table with them…??? terrible people!



to be continued



(london 16.6.2015)

12/06/15

1° turno alla vecchia aquila






apprendo che angelina jolie sta per fare 40 anni
qualcosa deve essere andato storto nel caso del mio processo evolutivo
me ne frego
troppo magra
e poi sarò impopolare ma
brad pitt mi ha sempre fatto schifo
tiè
lavoro come cameriera in un pub di camden town che ameresti
the old eagle
la vecchia aquila
chitarre attaccate alle pareti e odore di legno e birra
due gatti bianchi e neri sono i padroni indiscussi del pub
anzi “pob” come dicono da queste parti
i due felini fanno parte dell’arredamento
apprendo che intrattengono i clienti e si beccano le carezze
oltre che gli schizzi di birra
mentre pulisco i tavoli uno dei due gatti viene a controllare che non batto la fiacca
quando vado a cercare la vodka nel magazzino l’altro gatto mi segue a stretto giro per evitare che m’intasco una bottiglia:
s’è saputo che sono italiana

tra le mie solite care emozioni sento affiorare
-l’ansia di non saper fare uno “shandy”
-la paura di non capire l’accento cockney
entra all’apertura della porta
un lievissimo odore familiare
il tuo
mix tra deodorante maschile sudore profumo e camicia stirata
il cuore si ferma e poi riprende a battere subito
sono piu’ serena
non credo al sovrannaturale
ma ti sento vicino
mi proteggi
li’ seduto sul sofà tra un cedro e un doppio rum

sono piu’ serena e mi hai mandato qualcosa di importante
ora poi ho anche scritto un nuovo pezzo
mi sento meglio e il dolore sembra meno penetrante
ma non mi posso distrarre un attimo perchè i due gatti furbissimi
uno spaparanzato sul sofa’ l’altro acciambellato intorno ad una bottiglia che regge una candela
mi osservano da sotto le ciglia gattofile
dormono con un occhio
con l’altro mi scrutano
non si fidano di un’italiana che serve “Ale”
e fanno bene

il mio primo turno va abbastanza liscio
non c’è un cliente che non abbia l’adorabile accento
‘bre--e ‘n ba---a’
(bread and butter)
ma sotto le direttive del manager-cantautore juan
tutto sembra procedere liscio

ho già avvertito tutti i miei cari che giugno è un mese difficile no?
piove passato e talvolta la grandine arriva violenta
non ho l’ombrello e visto che si avvicina il mio compleanno
la malinconia come sai bene solo tu
diventa un malanno
oddio c’ho l’affanno
un cliente alla sua 6° lager mi guarda e mi riguarda
hei un attimo
sarà pure cockney ma l’occhiata che mi lancia mi è familiare..
tutto il mondo è paese quando si tratta di f.
ish and chips…
insomma mi lancia “quella” occhiata
e mi apostrofa con occhio da pesce irlandese
you’re stoonnnin
glielo faccio ripetere 3 volte prima che il suo amico
impietosito
suggerisce
“beautiful”
ah
ok
quindi era
-stunning
arrossisco in cockney e preparo un rum and coca
che in inglese viene rom and couk

arriva un signore che festeggia il suo compleanno al pub con i suoi amici
compie almeno 212 anni
si regge al suo girello e offre da bere a tutti
le gambe non gli funzionano bene
ma la lingua avoja!
mi chiede il mio nome un paio di volte e poi
ammiccando
mi fa
the A(n)lessia see you
the better I feel

sento d’amarlo







(london 12.6.2015)