19/03/17

palla al centro




0 - 0     ti guardo arrivare con l’aria ricurva e un bel paio di occhiaie

0 - 0     mi guardi azzannare un panino seduta su un gradino con i capelli sporchi

1 - 0    chiedi: posso poggiarmi lì       

1 - 1     certo che si        

2 - 1     mi rapisci con le carezze i baci l’arte e la tua voce

2 - 2    ti conquisto con uno stupido aneddoto i sorrisi e la mia arte culinaria

3 - 2    ma perchè non prendiamo casa assieme?    - cambio campo -

4 - 2    innamorati e potrebbe essere un gol ma in corner prendo la pillola del giorno dopo

4 - 3     non ti ricordi mai di comprare il latte! - fallo-

4 - 4    non mi sento capito  - cartellino giallo -

5 - 4    mi scoccio del tuo umore

5 - 5    ti scocci del mio umorismo

6 - 5     ti urlo in faccia: borghese

6 - 6    mi urli in faccia: mantenuta

6 - 6    pari di nuovo lasciamo il giaciglio d’amore in cerca di un pò di pace

6 - 6    accidenti si va ai rigori

ma il tempo è scaduto
l’arbitro è venduto
il campo bagnato
il tifo inasprito
i giocatori sfiniti
gli allenatori demotivati
la strategia saltata
la palla bucata

ricordi invece quando ci allenavamo?
tutto dolce e semplice
c’era pure il tempo di dirsi
ti amo






(london 18.3.2017)










14/03/17

riposainpace











tutta questa tua leggerezza
d’un tratto è diventata pesante




















(london 13.3.2017)

1989



ecco il 1989
brufoli frustazione innamoramento unilaterale liti con genitori incomprensioni insicurezze spleen
-ma-
un semino germoglierà timido
non è chiaro se è un’orchidea
una piantina di prezzemolo
o solo ortica

porto cesareo
io (adolescente)
mia madre
e Liliana
la sua migliore amica
bellissima spiritosa frizzante sexy sfacciata bionda
insomma
pugliese

la ricordo affettuosamente girare per casa completamente nuda
ci offriva tutto il suo splendore di pur ultracinquantenne
tutto tranne il seno sinistro
che copriva con pudore a seguito dell’operazione
operazione che non potè aimè nulla di fronte al male che ce la portò via pochi anni dopo
dicevo
la nostra L. girava come mamma l’aveva fatta (e l’aveva fatta bene)
al contrario di mia madre che pur di non farsi vedere anche solo una spalla
mi avrebbe spinto nel fuoco

dopo la spiaggia
nella doccia
attacco a cantare un pezzo che mi ossessiona
è il 1989:
tomorrow will bring (better you better me)
è la hit del momento

il cantante è un ragazzino a me coetaneo talentuosissimo
e naturalmente prodotto da quincy jones

le goccie d’acqua scendono bollenti
il vapore sale e appanna il vetro tutt’intorno

sento la mia voce per la prima volta
è lì da anni
e non l’ho mai ascoltata

il reverbero che si crea nella cabina della doccia è perfetto
l’esperienza è allo stesso tempo reale ed estatica
somiglia alle illuminazioni
le gocce si confondono con le lacrime

provo sgomento
insomma ecco qua
ho una voce
questa è la mia voce
ci posso fare delle cose

posso prestarla
posso alzarla
a volte modularla
altre volte posso abbassarla di colpo
come faceva una persona che ho amato più della vita
a volte posso mandarla in testa
se mi va posso spingerla in gola
non troppo a lungo però
posso urlarci dentro spaventando così i temerari e gli aggressori
posso incantarci uomini e donne
posso fermarla in un disco
posso lasciarla volare libera su tra le nuvole
seguendola con lo sguardo finchè posso
oppure sussurrarla e giurare amore eterno
posso bloccarla e farmi male
posso lasciarla andare e perdonare
o posso negarla proteggendola in un posto troppo chiassoso
posso centellinarla e conservarla per il mio sposo

questa è dunque la mia voce
questa è dunque la mia voce!!
la voce con cui ho strillato venendo fuori dal grembo di mia madre
è la voce che trasforma in parole e melodie i sentimenti e i pensieri
è la voce con cui saluterò tutti al momento di andare
è la mia voce
chi la rifugge non si dà pace
chi non la sente avrà un futuro atroce
chi la sente cucina e tace










 (london 13.3.2017)

la doccia ed io



il tempo passa e l’acqua fa sembrare tutto facile
ti scorre addosso come il tempo o la vita
ma non fa male

non è imprevedibile
stesso getto
stessa temperatura
niente coup de theatre
non sotto la doccia

passano i minuti e io non voglio mai uscire
è bollente
come piace a me
la pelle mi si arrossa
le mani si lessano
la testa si alleggerisce
sarà passata un’ora
un minuto
un anno?

non esco

so che dovrei finirla qui

sono pulita da un pezzo
eppur non fermo il getto
eppur non esco
sto lì imbambolata a bocca aperta e con le braccia penzoloni lungo il corpo
lascio che il calore mi rassicuri ancora un pò
non esco
nonostante sappia benissimo che
più la doccia è lunga e calda
più la fine sarà traumatica


(london 14.3.17)

08/03/17

WOMANIFESTO



non servo certo nè io nè l’8 marzo
per ricordare quanto una donna è grande
non bisogna asserire di essere femministe/i
per riconoscerne il valore immenso

faccio gli auguri agli uomini piuttosto
ne hanno più bisogno
che li vedo parecchio in difficoltà ultimamente..

una donna può tutto
se desidera
con o senza mimose

temo in cuor mio (e al tempo stesso aspetto) e lo sento imminente
il giorno in cui
l’energia la forza e il dolore di tutte le donne violate
velate
malmenate
abusate
imprigionate
sfregiate
sorpassate
ostacolate
derise
svalutate
avvelenate
sottovalutate
messe a tacere
odiate
si incanalerà in un gigante tornado
e spazzerà via l’umanità

non sono femminista
non so se sono femminile
ma di certo sono femmina

dormo a pancia sotto
proteggendo le mie ovaie con entrambe le mani

innaffio le mie cinque piantine (mezze morte) ogni mattina come fossero esseri umani in fin di vita

preparo la cena del mio amato ogni sera
non per tradizione o per retaggio culturale
ma perchè non mi vergogno di amare

le donne sono grandi
non si vergognano di nessun sentimento
figuriamoci dell’amore

D. era una gran bella figliuola
era circa il 1965 e aveva venticinque anni
andò a fare un provino per fare l’indossatrice
(la sua passione)
il suo fidanzato P. l’aspettava in macchina lì sotto e
quando la giovane e ingenua biondina
scese contenta ad annunciargli la novità
“mi hanno preso!”
il suo fidanzato commentò
“ma figurati se prendono proprio te… ma lascia perdere che ti stanno prendendo in giro…!”
e la giovane gran bella figliuola
lasciò quindi perdere il suo piccolo e sciocco sogno
rivolgendo la sua attenzione altrove
ingoiando l’entusiasmo e calciando la mano della vita che le era stata tesa

ecco
io sogno un domani senza queste piccoli ma giganti incidenti
sogno un domani con uomini più simili alle donne
attenti ai particolari
capaci di amare senza sentirsi soffocare
capaci di amare senza soffocare
disponibili a costruire
stufi di distruggere
pronti a rimanere fedeli ad una donna a un bambino a un cane a un gestore telefonico a un ideale
decisi a rimanerti accanto quando l’effetto della droga finisce
gli ospiti se ne vanno
un sacco di piatti da lavare
mozziconi di sigaretta ovunque
gli smokey eyes sono diventati occhi da pugile
è lì inizia la vita
con le crepe
le mie debolezze
le bollette da pagare
le incomprensioni
le rughe
i piedi doloranti
le frustrazioni
i lutti

dedico queste mie parole e il mio concerto di stasera
a tutte le donne della mia storia
esempi e guide luminose nella mia vita

mia madre prima di ogni altra
sorridente e forte come una roccia

mia zia Mausi e la sua morbidezza
ti ho sempre sul mio polso

le mie nonne
le mie numerose e preziose zie
esempi di coraggio e di forza
Franca… Pupa…. Lia…
le mie bellissime cugine
per non parlare delle mie nipoti favolose
le mie dolcissime e decennali amiche

sono fatta da pezzettini di ognuna di loro
per questo posso dire oggi di essere
così
sfacciatamente
bella e ricca



(londra 8.3.2017)